Ci ha fatto attendere ben quattro lunghi anni la band ucraina, prima di partorire il nuovo lavoro. Dopo svariate ristampe di vecchio materiale, esce infatti questa nuova release dal titolo “Weltanschauung”, che porta per la prima volta il marchio No Colours Rec. Pur mantenendo costanti alcuni degli elementi caratteristici del sound dei Nokturnal Mortum, si possono facilmente cogliere in quest’album episodi molto più folkeggianti e frangenti melodici che forse faranno storcere il naso a chi è legato alle vecchie composizioni della band, ma che indubbiamente lasciano un’impronta molto evidente nello stile adottato, e rappresentano, se vogliamo, il vero punto forza dell’album in questione. “Weltanschauung” contiene ben 14 brani avvalendosi dunque di un minutaggio molto corposo: 75 minuti di BM dalle tinte molto colorate -espressione decisamente contraddittoria ma che rende chiaramente l’idea di ciò che è racchiuso in questo cd-. L’onnipresente melodia folk echeggia delicatamente rievocando antiche tradizioni popolari, e allacciando ogni traccia in modo da creare un lavoro sicuramente compatto ma dal sound forse troppo saturo, in relazione soprattutto alla durata complessiva dell’album. Molti dei pezzi vengono aperti attraverso trame melodiche che raramente abbandonano il decorso delle song, e che anzi ritroviamo in numerosi passaggi, amalgamandosi perfettamente a toni più raw, che mai ovviamente scadono nel classico BM scandinavo. Ben 7 delle 14 tracce si fanno portavoce esclusivamente di un incontaminato folk, incluse le ultime due tracce, molto simili tra loro, che si discostano leggermente dal tema predominante tipicamente folkloristico per dar spazio semplicemente ad un tappeto sonoro alla cui base è ben distinguibile il suono di una tastiera, accompagnato dalle note di un soave flauto. C’è spazio anche per le clean vocals che fanno la loro timida breve comparsa in “The Taste Of Victory” -una delle più lunghe tra l’altro- che insieme a “The Knots Upon The Thread Of Fate” sono quelle che ho apprezzato maggiormente, cariche di un fascino epico e nostalgico. Per concludere, considero questo, oggettivamente un buon album, che non mancherà di raccogliere proseliti ma che potrebbe indisporre i blacksters più autarchici.
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