Partiamo subito col dire che quando troviamo impressa nella cover promozionale la dicitura “demo” spesso e volentieri siamo portati a guardare questi lavori, se non con diffidenza, con un approccio più prevenuto e senza chissà quante aspettative. Nel caso dei Peste Umbrarum il discorso è stato il medesimo. Copertina minimale e decisamente bruttina (tuttavia dalle foto promozionali il prodotto sembra ben curato, con un digipack di media fattura), logo illeggibile e tutti i canoni classici di un dischetto black metal becero il giusto. Il combo satanico proviene dalla facoltosa, bellissima e piovosa Portland, Oregon, USA; e investigando sulla provenienza di questi figli del demonio andiamo a scoprire che hanno tutti un passato abbastanza florido nelle più svariate bands dell’underground estremo locale. I canoni dello US black metal, soprattutto con riferimento alle uscite degli ultimi anni, ci imporrebbero già un’ipotetica idea su come potrebbero suonare i Peste Umbrarum ma nel momento in cui si schiaccia play veniamo immediatamente smentiti. Si ha effettivamente difficoltà, alle prime note dell’opener “Night Shines Eternal”, a pensare che i brutti ceffi in questione provengano dalla terra dove a pochi chilometri di distanza è nato (e morto) il grunge (Seattle, nel confinante stato di Washington, dista infatti circa 300 km da Portland). I Peste Umbrarum non perdono tempo e con le baionette affilate e pronte attaccano in maniera devastante, lasciandoci immobili come se una tempesta di neve e ghiaccio ci avesse colpito di sorpresa senza lasciarci neppure un attimo per poterci riparare. Il blast e lo scream da infartato attaccano ai fianchi, lavorandoci con il solo scopo di reprimere qualsiasi reazione, per poi colpirci in piena nuca e lasciarci tramortiti. Tuttavia anche quando siamo KO loro hanno l’antidoto per farci rinvenire, grazie alle melodie epiche e ancestrali tessute dalla sei corde di Tenebrion: questo pezzo lungo ben otto minuti alterna infatti fasi più rallentate, epiche ed evocative a blast imbizzarriti, caratteristica palpabile del combo statunitense per tutta la durata del demo a nostre mani.
Non c’è pace nel mondo dei Peste Umbrarum, e se i tempi rallentano e si fanno più rarefatti è solo per una ben precisa scelta, ovvero portare l’ascoltatore alla perdizione mentale. La doppietta centrale composta da “Umbrae De Gallows Dolor” e “Dead To World” ribadisce il concetto e se la prima di queste due songs è lenta e marziale, la seguente è compassata e diabolica, inizia con un mid tempo per poi avere un’immediata accelerazione, come una ghigliottina che scende imperiosa per tagliarci la testa senza lasciare scampo. Il minimo comun denominatore che accompagna questa messa nera è la volontà della band di ottenere il massimo per quanto riguarda il feeling del disco, con intro atmosferiche e costanti rallentamenti, dove si enfatizza la vena più melodica delle composizioni. Come in un lungo viale alberato tra nebbia e oscurità, le note iniziali della conclusiva “Across Seas Of Sorrow And Time” ci accarezzano come foglie di salici piangenti ghiacciati, ma è solo un anestetico prima del massacro sonoro che il combo americano è pronto a sferrare. In questo caso abbiamo a che fare con una vera suite, dove atmosfere e cambi di tempo giocano una partita senza esclusione di colpi, un inseguimento folle che lascia quasi spaesati tanta è la complessità delle trame tessute dai nostri paladini neri. “Night Shines Eternal” è un fiume in piena di magma nero e maligno che scorre lento ed accelera quando meno te lo aspetti, ingoiando e trascinando con sé qualsiasi cosa trovi. Parlando tuttavia di un demo, le pecche sono una produzione non eccelsa, anche se si assesta su livelli di buona comprensione strumentale e vocale, tuttavia penalizzando alcune linee melodiche che vengono a perdersi sotto le urla lancinanti di Cäassimolär, e una derivazione a tratti un po’ eccessiva da bands come Sargeist e in generale da tutto il filone black melodico finlandese. Un disco di esordio più che dignitoso, in attesa del primo full length, assolutamente consigliato a tutti coloro che ascoltano metallo oscuro e hanno una predilezione per l’underground gretto e meschino.